Scrivere un buon curriculum vitae ed impaginarlo col giusto layout è il primo passo per farsi conoscere nel mondo del lavoro.
Il colloquio di lavoro è la fase centrale che decide quale scelta il selezionatore o selezionatrice dovrà fare quando contatta una rosa di candidati per coprire una posizione lavorativa.
Vediamo quali sono i punti che il candidato deve rispettare prima, durante e dopo la fase del colloquio (o dei colloqui) per fare una buona impressione.
Quando fissate l’orario per l’incontro del colloquio cercate di essere puntuali. Se non conoscete il luogo dove recarvi per l’incontro, calcolate il tempo che ci mettereste per raggiungerlo. Questo eviterebbe inutili ritardi e giustificazioni quanto meno puerili. Se proprio il ritardo è dovuto a causa di forza maggiore o caso fortuito, è meglio avvisare la vostra controparte esponendo il motivo del ritardo ed il nuovo orario per essere presenti all’appuntamento.
Una volta giunti in sede nell’attesa di essere chiamati dal selezionatore, spesso vi viene chiesto di compilare una scheda raccolta dati che riprende il vostri dati personali ed il vostro iter scolastico e lavorativo simile al curriculum vitae che avete già preparato.
La fase dell’accoglienza è sempre quella più breve, ma tra quelle che il selezionatore considera la più efficace nel farsi un’idea della persona che incontra. La “classica” stretta di mano ma anche i reciproci saluti accolgono e tengono il candidato nella giusta considerazione.
Il selezionatore poi vi presenterà il motivo per il quale siete stati chiamati. E’ logico che siete già a conoscenza della posizione lavorativa sia quando avete risposto all’inserzione sia quando siete stati contattati per telefono o per e-mail cionondimeno l’azienda, tramite il suo collaboratore, vi riformulerà la job description.
Questa è la fase centrale la più importante dell’appuntamento. La durata media di un colloquio varia tra i 40 minuti e l’ora. Il selezionatore entrerà nel merito ponendovi domande inerenti su quello che ha già avuto modo di leggere e su quello che non ha letto direttamente sul vostro curriculum vitae.
Le domande poste dal selezionatore possono essere sia aperte che chiuse. Ricordatevi che il fine dell’intervista non è tanto quello di farvi ripetere il vostro curriculum vitae, quanto quello di coinvolgervi nella conversazione per evidenziare e cogliere le vostre capacità professionali, il vostro comportamento e le vostre attitudini personali (cosiddetto ‘saper essere’).
Mi raccomando: cercate di rispondere nel modo più naturale alle domande che vi vengono rivolte; non è un interrogatorio ma semplicemente l’intervista col selezionatore deve far emergere quegli elementi personali e professionali che coincidono con le caratteristiche della posizione da coprire per il quale siete stati contattati.
Vi verranno poste domande sia personali che professionali per valutare il vostro comportamento e come siete realmente. Verranno utilizzati poi alcuni argomenti che l’intervistatore riterrà più attinenti per potersi formulare un giudizio generale della vostra persona.
Gli argomenti che emergeranno nel colloquio possono toccare alcuni temi tra i quali:
La scelta dei vostri studi;
I vostri successi o insuccessi nel campo lavorativo;
Perché siete alla ricerca di un nuovo lavoro;
Cosa può distinguervi dagli altri per quella posizione lavorativa per la quale siete stati selezionati e tanti altri argomenti che il selezionatore riterrà utili a formulare un giudizio sui vostri skills.
RICORDATEVI inoltre che non è solo importante cosa dite rispondendo alle domande del selezionatore ma come lo dite. Il buon selezionatore riesce a riconoscere nel vostro sguardo le espressioni ed i sentimenti per il quale interpretate le risposte o le obiezioni che gli fornite. Infatti, sono spesso questi elementi che portano a definire meglio la valutazione che il selezionatore ottiene durante il colloquio.
Elementi che si definiscono celati ma che sono utilissimi per scoprire meglio la complessità del candidato stesso.
Ecco alcuni esempi che possono dialogare insieme ai contenuti che esprimete quando il selezionatore vi stà valutando.
Al termine dell’intervista prima di congedarvi, assicuratevi che:
E ricordatevi che i candidati sono tanti, la posizione da ricoprire è una sola.
Negli Stati Uniti sono stati scritti alcuni testi su come vestirsi quando ci si presenta ad un appuntamento di lavoro. Noi qui non faremo tutto questo. Ci limiteremo a darvi solo pochi consigli prima dell’incontro col vostro H.R. Manager.
Innanzitutto l’abito che andrete ad indossare durante il colloquio deve consegnarvi un’immagine veritiera della vostra personalità. Utilizzare un abbigliamento in cui non vi rispecchiate o non vi fa sentire a vostro agio, vi porterà ad aumentare il nervosismo che avrete durante l’intervista.
Per i giovani che fino al loro periodo scolastico non hanno mai indossato la cravatta, è utile abituarsi il prima possibile.
Non è obbligatoria utilizzarla sempre anche perché dipende da quale posizione siete stati contattati. Tuttavia la cravatta dà sempre un senso di eleganza e di cura del proprio aspetto.
Per le ragazze, invece, un abbigliamento sobrio e curato è considerato da sempre il successo per la propria immagine. Il tailleur (gonna o pantalone) va sempre bene in queste circostanze. Vi raccomando inoltre di non esagerare col trucco. Va bene quando vi promettete di migliorare il vostro aspetto, altrimenti a non tutti i selezionatori possono gradire ‘maschere’ estremamente cariche ed appesantite.
Per gli uomini curare alcuni aspetti che possono sembrare indifferenti. I selezionatori costruiscono la vostra immagine anche in piccoli dettagli come la pulizia dei vestiti, la pulizia delle scarpe, aver cura nell’abbinare colori sobri, la pulizia del proprio corpo (capelli, unghie eccetera).
Aver cura del proprio aspetto è un passo fondamentale nella presentazione che introduce l’inizio dell’intervista. Infatti, l’immagine che gli consegnate costruisce il primo giudizio che il selezionatore leggerà fino al termine del colloquio.